giovedì 13 luglio 2017

Intervista a Miquel Herrero del CAEM



Alla vigilia del suo ritorno in Spagna dopo tre mesi passati presso il Centro Laniac, incontriamo Miquel Angel Herrero-Cortell, giovane professore nel dipartimento di Storia dell’Arte all’Università di Lleida, docente del “Màster en peritatge, avaluació i anàlisi d'obres d'art” e nel corso di laurea in Storia dell’Arte della stessa Università.

 

Miquel Herrero, Marta Raïch e Paola Artoni

 

 


Di cosa si occupa a Lleida?


“Sto svolgendo la mia ricerca di dottorato e nel frattempo sono professore in formazione all’Università di Lleida grazie al Ministero dell’Educazione, Cultura e Sport. Lavoro anche al CAEM (Centre d’Art d’Època Moderna) dove mi occupo della diagnostica, specialmente dell’interpretazione dei risultati tecnici. Il lavoro è di gruppo e non avrebbe senso senza la partecipazione dei miei colleghi di laboratorio e ricerca. Un aspetto particolare della mia ricerca è la ricostruzione dei procedimenti artistici, specialmente quelli pittorici. Tra i miei interessi c’è infatti il recupero delle antiche ricette tradizionali impiegate nelle tecniche artistiche e del modo di dipingere prima del Settecento. Ho uno speciale interesse riguardo alla questione delle copie, dei falsi e dei duplicati artistici”.


Come le è venuta l’idea di fare un’esperienza presso il Laniac?

“Dal 2011 c’è una convenzione stipulata tra i nostri due centri. Il Laniac è molto apprezzato dal personale del nostro centro e il blog è seguito dalla Spagna. Quando ho pensato a una possibilità di un soggiorno internazionale per la formazione per scopi scientifici ho scelto questo centro come luogo di soggiorno per le molte similitudini sulla tipologia di lavoro. Inoltre Verona è in una posizione geografica ottimale per la mia ricerca sui supporti, i materiali, i procedimenti, la pittura della Corona d’Aragona tra XV e XVI secolo”.



Come si è articolato il soggiorno?

“Si è organizzato in due blocchi di lavoro: una prima parte dedicata all’esperienza diretta con le diverse tecniche di studio diagnostico (soprattutto la riflettografia all’infrarosso con sensore InGaAs e lo studio dei pigmenti tramiti Xrf) e con il conseguente dibattito comune sui risultati. La seconda parte è invece stata dedicata alla ricerca storico artistica e si è svolta a Verona, nella biblioteca di Castelvecchio e nelle biblioteche universitarie, a Bologna nella Fondazione Zeri e in università e a Firenze al Kunsthistorisches Institut”.



In particolare quale esperienza è stata significativa?

“Ci sono state due attività particolarmente rilevanti. Anzitutto con Paola Artoni, funzionaria del Centro Laniac, abbiamo lavorato insieme al Museo Correr di Venezia ed è stata un’occasione bellissima nel corso della quale abbiamo compreso che pratichiamo la stessa modalità di lavoro con il medesimo approccio alle opere. Insieme abbiamo studiato venticinque opere d’arte collocabili nella categorie delle copie, delle ricreazioni stilistiche e dei falsi sempre seguendo il nostro procedimento di analisi e con l’obbiettivo di capire la realtà di queste opere in situ. Questo significa che la nostra osservazione diretta si è confrontata con i risultati ottenuti dai diversi procedimenti, dall’ultravioletto all’infrarosso sino all’esame dei pigmenti sempre con metodologie non invasive. Tutto questo è stato possibile grazie alla grande disponibilità dello staff del museo. 
La seconda esperienza importante ha riguardato lo scambio scientifico tra il CAEM e il Laniac con l’obbiettivo di incrociare dati tecnici sul comportamento dei pigmenti nelle diverse regioni dello spettro e di preparare alcune pubblicazioni condivise. Per questo motivo in maggio presso il Laniac è venuta Marta Raïch, il nostro tecnico del CAEM, e sono stati due giorni di estrema produttività dove abbiamo avuto anche la possibilità di esaminare due dipinti con il supporto del dott. Paolo Bertelli. Lo stesso Bertelli, membro del comitato scientifico del complesso museale Palazzo Ducale di Mantova, come curatore di una mostra sulle città ideali che si aprirà in questo museo il prossimo ottobre, ci ha infatti coinvolto nello studio di alcuni ritratti gonzagheschi che saranno esposti”.



Volendo fare un confronto tra il CAEM e il Laniac quali sono i punti di contatto e le differenze?

“Sono simili anzitutto gli scopi, ovvero anche per noi la ricerca del dato oggettivo è senza fine di lucro. I nostri ricavi non sono infatti guadagni ma sono solamente una coperture delle spese. Il nostro scopo è scientifico e si esprime con una modalità di interpretare i risultati e la volontà di capire un dipinto come se questo fosse il risultato di un’equazione scientifica. Il dipinto infatti è il risultato di una tecnica, si presenta con un proprio stato di conservazione e con delle problematiche che devono essere sempre collegate tra di loro, mai lette come delle prove sciolte ma in un’unica chiave di lettura. I nostri due centri sono simili anche nei percorsi di formazione. Si considera infatti una doppia formazione, tra conservazione e storia dell’arte. Siamo storici dell’arte ma anche conservatori e viceversa ed è per questo che siamo come funamboli tra due mondi complessi… muoversi su questa linea è divertente.

Per quanto riguarda le differenze tra i due Centri va detto che il Laniac esegue soprattutto analisi in situ mentre noi, nella maggior parte dei casi, abbiamo le opere da studiare presso il nostro laboratorio. Questo può essere positivo perché abbiamo la possibilità di fare un’osservazione più lunga e questo ci permette una riflessione più articolata e calma. Naturalmente questo richiede più tempo”.



Progetti per il futuro?
“Il collegamento tra CAEM e Laniac prosegue e abbiamo messo le basi per alcuni progetti. Ad esempio il Laniac fa parte del progetto “I+D” che rientra nel programma statale della ricerca scientifica sostenuto dal Ministero dell’Economia spagnolo grazie alla presenza di Monica Molteni, docente di Storia delle Tecniche e del Restauro e vicedirettore del Laniac, e di Paola Artoni, funzionaria responsabile del Centro. Allo stesso modo il Laniac ha coinvolto il CAEM nella proposta di un Joint Project di ateneo dedicato al restauro”.

sabato 8 luglio 2017

Il Laniac studia il "Ritratto di Vespasiano Gonzaga" dei Musei Civici di Como



A partire dal prossimo ottobre il Complesso museale Palazzo Ducale di Mantova ospita una mostra dedicata alle Città ideali. Paolo Bertelli, membro del comitato scientifico del Museo e curatore dell'esposizione, ha coinvolto il Centro Laniac nello studio di un'opera che sarà esposta nella sezione dedicata a Sabbioneta, ovvero il "Ritratto di Vespasiano Gonzaga" dei Musei Civici di Como.

Grazie alla gentile disponibilità dei Musei di Como (in primis di Francesca Testoni dell'Ufficio Cultura e delle restauratrici Paola Ronchetti e Veronica Vittani), il dipinto è stato oggetto di analisi riflettografiche.

L'esito dello studio, condotto da Paola Artoni e Miquel Àngel Herrero del CAEM dell'Università di Lleida, sarà pubblicato nel catalogo dell'esposizione.






Il Laniac studia le copie e le falsificazioni in collaborazione con il CAEM





Il Laniac e il CAEM collaborano al progetto internazionale di studio sui falsi, le copie e le imitazioni stilistiche. Il progetto, ideato da Enrico Maria Dal Pozzolo (direttore del Laniac) è reso possibile grazie alla disponibilità della Fondazione Musei Civici di Venezia – Museo Correr, con la quale il Laniac è convenzionato.


Le prime analisi sono state condotte da Paola Artoni (Centro Laniac, in collaborazione con Chiara Tranquillità), da Marta Raïch e Miquel Àngel Herrero (CAEM) grazie alla disponibilità di Andrea Bellieni e Valeria Cafà (Museo Correr), con l'aiuto delle volontarie Ionela De Zan e Stefania Galetto.

La notizia è on line: 

venerdì 7 luglio 2017

Scambio scientifico e di formazione con il CAEM






I membri del CAEM (Centre d'Art d'Epoca Moderna) dell'Università di Lleida Miquel Àngel Herrero e Marta Raïch nel maggio 2017 hanno partecipato a una settimana di scambio scientifico e metodologico e di formazione reciproca intorno ai procedimenti di lavoro e di metodologia diagnostica. In particolare con Paola Artoni, funzionaria responsabile del Centro Laniac, si sono affrontati alcuni test dedicati alla riflettografia agli infrarossi, all'analisi multispettrale, alla termografia e l'analisi di pigmenti tramite XRF, i cui risultati saranno prossimamente pubblicati.

Proseguono così gli scambi tra i due Centri iniziati nel 2011 con la firma della convenzione. 


La notizia è on line training Laniac Caem